Impossibile non parlare in questa sede della scomparsa della
padrona assoluta dell’architettura contemporanea al femminile. Impossibile non restare scossi dall'improvvisa
assenza sulle scene mondiali del genio indiscusso dell’arte del progettare. Fa strano
pensare che da un giorno all'altro non vedremo sul campo e tra i suoi numerosi
collaboratori la donna che, prima fra
tutte, ha saputo svecchiare e coprire di lustro l’architettura contemporanea a
livello mondiale.
Architetto, designer, docente, artista. Sarebbe inutile
elencare tutto quello che questa donna in una trentina d’anni è riuscita a
conquistare in un mondo da sempre dominato e comandato da uomini. Partita non proprio dalla patria dell’architettura,
Zaha Hadid nasce a Baghdad, in Iraq, da una famiglia benestante e cresce in uno dei primi
edifici bauhaus
in un'epoca in cui "modernismo” significava glamour e pensiero
progressista in Medio Oriente. Ha conseguito una laurea in matematica
alla American University di Beirut prima di
trasferirsi a Londra,
nel 1972, per studiare alla Architectural
Association, dove ha incontrato Rem
Koolhaas, Elia Zenghelis e Bernard
Tschumi. Dopo aver conseguito il titolo ha lavorato con i suoi ex
professori, Koolhaas e Zenghelis, presso l'Office for Metropolitan Architecture
(OMA), a Rotterdam,
nei Paesi
Bassi, diventando socia nel 1977. Attraverso la sua associazione con Koolhaas, ha incontrato
Peter
Rice, l'ingegnere che le ha dato sostegno e l'ha incoraggiata nella fase
iniziale, in un momento in cui il suo lavoro sembrava difficile. Nel 1994 ha insegnato alla
Graduate School of Design dell'Università di Harvard, occupando la cattedra
che fu di Kenzo Tange. Nel 1980 fonda il suo
studio, con sede a Londra.
Dagli anni
ottanta insegna alla Architectural Association.
Dagli anni ’90 inizia la sua ascesa al successo. Colleziona progetti
su progetti, toccando praticamente ogni parte del mondo. Disegna e progetta
ogni tipo di edificio caratterizzandolo ogni volta da forme nuove, morbide,
innovative, coinvolgendo lo spazio circostante, lo spettatore, assorbendo tutto
quello che le sta intorno. Morbide pieghe bianche o di cristallo si susseguono;
piani e spigoli si intersecano in edifici mai visti. E’ stata la prima donna a
ricevere i tre principali riconoscimenti del mondo dell’architettura: il
Pritzker nel 2004, lo Stirling e la medaglia d’oro del Royal Institute of
British Architects (RIBA). Nel 2010 “Time” l’aveva inclusa nelle 100
personalità più influenti del mondo.
Zaha Hadid ha insegnato in prestigiose università di tutto
il mondo, tra cui la Harvard
Graduate School of Design, dove è stato alla cattedra Kenzo Tange e presso
la Facoltà di Architettura all'University of Illinois di Chicago,
dove ha insegnato il presidente Sullivan. Ha anche lavorato come docente ospite
presso la Hochschule
für bildende Künste Hamburg di Amburgo, la Scuola di Architettura Knowlton all'Università statale dell'Ohio, la
Masters Studio alla Columbia University e la Scuola Eero
Saarinen di Progettazione Architettonica presso la Yale School of
Architecture. Dal 2000
Zaha Hadid è stata professore ospite presso l'Università
di Arti Applicate di Vienna, nel Zaha Hadid Master Class Vertical-Studio.
È stata nominata membro onorario dell'American
Academy of Arts and Letters e dell'American Institute of Architects.
È anche stata nel Consiglio di fondazione di The Architecture
Foundation e attualmente è docente presso l'Università di Arti Applicate di
Vienna, in Austria. Si dedica inoltre al design. Nel 2007 Hadid ha
progettato il divano Moon System per B&B
Italia. Nel 2008 ha disegnato una collezione di scarpe per Lacoste. Nello
stesso anno, ha anche collaborato con la rubinetteria produttore Triflow per
produrre due nuovi progetti a sua firma. Nel 2010 su commissione
dell'amico Karl Lagerfeld progetta il Mobile Art Pavilion per Chanel.
Dopo aver impreziosito l’Europa e il mondo intero con i suoi
edifici, gigantesche opere d’arte fortemente caratterizzate e riconoscibili, l’architetto
si è spento ieri in un ospedale di Miami, lasciando una voragine nel mondo dell’architettura
e una eredità immensa, sterminata per tutti coloro che vivono, lavorano e amano questo mondo. Lascia progetti incompiuti e in cantiere
praticamente ovunque, sperando che i suoi insegnamenti e la sua arte possano continuare a portare
avanti il suo lavoro.
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