L’architetto Andrea Lupacchini ha
progettato a Roma questo ristorante kasher ispirandosi alla Torah e alle sue
norme alimentari. Nulla è lasciato al caso, dalle forme ai colori, al numero
degli elementi. Materiali grezzi e puri, si accostano, si sfiorano e si incontrano
senza mai toccare soffitto o pavimento. Il bianco assorbe e dilata lo spazio,
valorizzando ancora di più i volumi, i piani e i pannelli forati. Alzando lo
sguardo, si percepisce un caos che è solo apparente. Tutto è in equilibrio e
perfettamente bilanciato.
L’architetto ha voluto realizzare
“uno spazio magico, dinamico, sorprendente, fortemente emozionale che
racchiudesse però, allo stesso tempo, tutti i valori della tradizione culturale
ebraica”.
La grande vetrata su strada
cattura poi l’attenzione dei passanti, incuriosendoli e spingendoli a voler
entrare in questo meraviglioso spazio. La cultura ebraica si trasporta in
elementi architettonici astratti e plastici. Riferimenti numerici e religiosi
si ritrovano nel numero degli elementi e nel loro posizionamento.
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