Nel quartiere design Lafayette di Guadalajara, Jalisco,
Messico, la Luis Barragan’s foundation e la casa-studio Diaz Morales fanno da
sfondo ad un edificio contemporaneo recuperato del 1940. L’interno di 240 mq è
stato rivitalizzato da Cadena + Asociados per diventare Hueso, il concept
restaurant di Alfonso Cadena.
Il nome deriva dalla parola spagnola “osso” e l'approccio
progettuale intende integrare dettagli architettonici, grafici e decorazioni
che espongono strutture scheletriche. l'estetica esterna è formata da una
facciata a doppia pelle. Lo strato più esterno del sistema utilizza piastrelle
in ceramica artigianali, con un approccio grafico che si riferisce a modelli di
cuciture e cucito. Questa rappresentazione visiva protegge e contrasta l’interno,
più organico e pieno di texture.
All'entrata, i visitatori sono immersi nella hall dal colore
bianco sporco, dove una raccolta di ossa del cast in alluminio sono appese alle
pareti. La cucina a vista diventa un display per gli ospiti come il bar che
rappresenta l'unica partizione tra i suoi artisti culinari e la tabella
principale. Nella parte posteriore, una zona salotto in legno di recupero crea
un dialogo tra lo spazio e l'albero alla fine del ristorante. Lo stesso Cadena,
afferma di essere stato influenzato da una visione darwiniana, infatti la pelle
copre quasi ogni centimetro quadrato verticale degli interni, con oltre 10.000 ossa.
La fotografia è di Jaime Navarro.
Nessun commento:
Posta un commento