Mathieu Lehanneur lo conosciamo per i suoi esperimenti tra scienza e design, che coinvolgono ecologia e ménage quotidiano, ma del suo rapporto con la spiritualità conosco ben poco. Del suo rapporto con la chiesa anche meno. Mi incuriosisce, per questo motivo, il suo progetto a riconvertire l’altare della chiesa francese di St. Hilaire a Melle nel dipartimento di Deux-Sèvres, Francia. Il designer ha modificato la costruzione romana con un look molto minerale attraverso l’utilizzo del marmo bianco.
Una piccola montagna di marmo, cresce graduale attorno alle
colonne antiche, sale dentro un disegno di isoipsee verso gli arredi liturgici
in alabastro e attorno alle acquasantiere. Il marmo bianco va a creare un blocco omogeneo minerale formato
da strati successivi che sembrano ricordare la formazione sedimentaria del
basamento. L'arredo liturgico (altare e ambone) è realizzato in color
alabastro, vicino al colore della pietra originale della chiesa. Il risultato è
un impatto visivo dove la purezza del caos geologico viene utilizzata per
evidenziare la perfezione della geometria romanica.
La complicità tra la chiesa e questa massa minerale è
completata dal battistero scavato con lo stesso materiale, uno scenario
ispirato alla topologia del luogo, infatti, contiene dell'acqua che sembra una
fuoriuscita del fiume che scorre sotto la chiesa: come se collegasse
direttamente l'edificio con il suo ambiente.
L'idea principale del progetto è stata quindi di accentuare
questa sensazione di scoperta progressiva e di radicarsi nella terra. Questo
gioco tra costruzione anteriore e posteriore crea una gerarchia naturale tra il
celebrante e la congregazione.
Utilizza semplicemente la topologia del sito, al fine di una
migliore comprensione. L'architettura organica, che non è però una rottura con
i codici liturgici, nasconde invarianti simbolici come il battistero ad otto
lati o l'altare costruito all'incrocio del transetto.
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